venerdì 25 giugno 2010
lunedì 8 giugno 2009
troie in fiamme
fammi un favore netto
droga per troie di favore
droga per troie nel letto
fammi una sfida di troie in amore.
Troie ladre di coca in fiamme
lasciano la sfida ormai stanche
io la prendo e continuo a sputare
sulle troie stanche di droga in fiamme.
un'anfiteatro per troie in lotta d'amore
spaccano le pietre con il sesso in fiamme
il pubblico guarda e giudica le troie stanche,
le stesse teste malate che vedo davanti.
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notte di natale
che arriva lasciando frasche di sereno
ti spazza la vita a sprazzi di fieno marcio
spacca la vita a suon di bastonate
lascia nuotare i fili del sereno logico,
a forma di orologi sciolti a parte il nome
a parte il nome della tua storia fusa
in un largo spiazzo di storie
io presi e lasciai prendere cio' che mi dava piacere
io annuso l'odore dei rami freddi
di freddo pungente di rugiada di vento
premendo il sospiro delle note diverse e uguali
cosa lascia il gelo nel petto?
morte normale e perfetta e la mia mano fredda sulla pietra
morte totale e netta e umidita' dei freni fermi da ore
lenta morte umida sui vetri della macchina
lente gocce umide sui vetri piatti della macchina
lento freddo d'inverno e natale e calma nella macchina
quando stavo seduto sedato e calmo con silenzio di notte di natale
potrei morire cosi' appoggiato ma un'altra vita mi attende
gocce blu di morte dolce e piacere.
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martedì 3 febbraio 2009
Piove su sti cazzi sparsi
Sti super cazzi de na fava intortata, de cazzi super stitici
De cazzi superiori, mi fanno venire il mal di testa.
Ascolta, piove dalle fave der cazzo - come? non lo senti?
Non senti niente al di fuori de ste quattro stronzate de pioggia?
Allora ok, piove.
Piove dalle tamerici salmastre ed arse,
di sti cazzi a torta linfatici,
Piove su le tue tette ignude.
Piove, e mannaggia se te permetti di dire il contrario.
Piove, e le voci si spandono or ora, or quando - scorrere di limo fangoso.
Le gocce sulle tue pocce rosa, dense.
Sui vestiti stracci che mo te strappo di dosso.
Sulla tua pelle fredda, piove
e piove sulle tue labbra.
Piove di odore silvano,
di un fiato lontano,
la figlia del limo, lontana (la rana), tromba
chi sa dove, chi sa dove!
E piove, o Ermione.
La pioggia cadendo fa rumore, non foss'altro che cerco di dormire.
Ma proprio per farmi dispetto, piove.
Anche quando all'improvviso ti ricordi che hai dimenticato di comprare il prosciutto, piove.
E piove, ve lo giuro, nella campagna fracida.
Ascolta, piove in questo momento esatto su quei fiori chiusi,
ma piove pure, ne' io so come, sui tuoi seni ignudi.
E' un'ecatombe di pesci morti o moribondi, nonostante questo: piove.
La goccia cade dalla grondaia sul soffitto della macchina presidenziale: piove.
E sto nel mio ufficio alla scrivania, le carte sparse: piove.
E piove sul copertone
Piove sullo stradone
Piove sull'immigrato senegalese.
Piove sulle pietre scoscese.
Piove sui pini.
Piove sugli uffici divini.
Piove sulle disgrazie altrui.
Piove nei posti piu' bui.
E piove sulle nostre facce da bove,
sui nostri portafogli marroni,
sui nostri coglioni,
sui topi marroni
sulla favola bella che oggi t'illude
che ieri m'illuse
che ieri t'illuse
che oggi m'illude
che ieri ci illuse
che ieri mi incute
timore,
o Ermione.
giovedì 17 luglio 2008
lunedì 21 aprile 2008
sfigato
rincoglionito, pistolino, sei uno sfigato e basta, mi hai rotto i coglioni. Sei limitato e saccente, piccolo rimasuglio della brianza sfigata, non sai nemmeno allacciarti le scarpe da solo, la moglie ti segue per la casa e ti cucina i pranzetti, non sai neanche farti un'uovo al tegamino, non hai mai vissuto da solo. Piccolo schizzetto di stronzate.
venerdì 7 settembre 2007
Abstract Relationships for Gonzo
Il formulario con cui si produce la diversificazione del tanfo, e' la spiegata
di come mai tutto cio' si colleghi al fatto che i gatti amano l'odore del basilico.
mercoledì 22 giugno 2005
L'apprendista coglione
Tic e tac
e le scope scendono dalla scala
sballonzolando con i secchi d'acqua
il sorcio con la faccia da ebete
tic e tac
i ricordi sempre piu' lontani
una mano mi accarezzava in qualche posto buio
in qualche notte dove eravamo tutti svegli
ma non lo sapevamo
Ciccio formaggio, ti ricordi le svangate di amicizia?
A piene mani oh si', ridevamo di cazzate
Per fortuna non mi manca niente di tutto questo
La striscia delle gomme nella sabbia
sudore sul sedile
Hai detto qualcosa, chiappe sode?
Tic e tac
scende dalla scala con la faccia da cretino
chissa' cosa c'era dietro
sta di fatto
che io
stavo imparando piu' di lui.
lunedì 20 giugno 2005
Interno con tappeto ose' - Qui ed ora
Henry dev'essere andato via. Il divano letto in camera sua e' piegato
a meta', penso sia partito per la liguria, lavoro. Mi aspetta
una settimana da solo.
Mentre cammino verso la cucina guardo il soggiorno: le tapparelle
disegnano sul tappeto blu ikea delle strisce gialle di sole. Sembra
tutto fermo.
Ieri notte ho pensato ai rumori, i rumori di notte che ho sempre
sentito: allora, un bambino che piange, mobili che su muovono. A
Torino sentivo la polizia che irrompeva al piano di sopra, per beccare
extracomunitari illegali. Mobili che si muovono, sedie che strisciano.
Un'altra notte, due che trombavano in cucina, rumore di piatti,
posate. Il rumore veniva dal bagno.
Qui ed ora, l'unica cosa che mi viene da pensare: qui ed ora. Io sono
qui in casa, di mattina, ora, tutto quello che posso raccontare e' che
e' il 2006, Giugno, io ho 29 anni e sto vivendo. Ora.
martedì 31 maggio 2005
Cicerinella aveva un mitra laser a 200 canali
Cicerinella aveva un topo,
e gli faceva soffiare il fuoco
e c'aveva la briglia e la sella
era il topo di Cicerinella.
Cicerinella aveva un maiale,
e gli faceva aspirare il letame
e c'aveva un fermacarte
era il maiale di Cicerinella.
Cicerinella c'aveva un formichiere,
e gli faceva lucidare il candeliere,
e c'aveva un conto in banca cosi',
era il formichiere di Cicerinella.
Cicerinella aveva uno scrondo,
e lo faceva girare in tondo,
e c'aveva gli occhi pallati
era lo scrondo degli sfigati.
Cicerinella aveva un ragioniere,
e gli faceva fare le rendite catastali,
e c'aveva la botta nel taschino,
era il tossicomane del giambellino.
Cicerinella andava agli aperitivi,
e c'aveva una Smart con la briglia e la sella,
e c'aveva il superattico a Milano,
e c'aveva un mostro come marito
e gli faceva fare le serate,
era il marito di Cicerinella.
Cicerinella aveva una faccia cosi',
e ogni due minuti si allontanava,
e c'aveva la lingua felpata,
e fissava nel vuoto,
e c'aveva la briglia al cervello,
e si era fottuta non solo quello,
era la vita di Cicerinella.
martedì 17 maggio 2005
DIAMANDA GALAS Glasgow Royal Concert Hall, 2 November 2003
PLAYLOUDER.COM, Nov 03
<...>
The ghost of John Lee Hooker has no sooner made its weighty presence felt than we're reminded that Diamanda's not the type to suffer fools gladly in just about the most dramatic circumstances possible. It all goes off when the continued interjections of an over-enthusiastic female fan push the famously volatile Ms Galas right over the edge. Before you can blink she's up from her piano stool and busy turning the air inside the Concert Hall blue with some incongruous punk rock attitude as she advises the offender to "shut your fuckin' mouth or get the fuck out!". Once the guilty party promises to keep her lip tightly buttoned the show resumes with 'Baby's Insane', the only Galas original in tonight's programme, only for Diamanda to temporarily lose the script over a "limp dick" mike stand. Unable to continue, she takes a brief unscheduled break, leaving the hapless sound engineer to clamber on-stage and sort things out before La Galas reappears to take her place at the piano. "I'm really coming aross as a bitch kinda diva - it's not my intention," she assures us before displaying a neat line in sarcasm when she adds, "I don't sell my own perfume or water or jewellery or pubic hair wigs!" <...>
venerdì 13 maggio 2005
Zeta Reticoli.
Zia, sono qui.
Sono qui sotto il cespuglio. Sono qui in giardino sotto le foglie, sotto la rugiada.
Un cane sta abbaiando da mezz'ora. E' notte. Cammino dietro casa mia in una notte nera abbastanza fresca. Il cimitero. Dietro casa mia c'e' un cimitero, le luci brillano in fila fino al monumento che sta alla fine del viale. Mi chiedo se ci sia qualche significato in queste tombe, se gli spiriti siano davvero qua. non li sento. Comunque mi incammino. Corro giu' dal vicolo che passa davanti al cimitero. due passi da 'casa mia'. Corro nel prato, c'e' un prato.
Rag doll, dimmi se ci sei anche tu. In un lago di sangue detto 'liberta'.
Sto correndo in un campo, sembra di pannocchie, potessi correre per ore, per ore, far passare sotto i piedi tutto sto mondo del cazzo, queste colline, questa verdura, da solo, passare le siepi, gli steccati, i giardini curati, i reticoli mentali, corri forrest gump, corri. .....
mi fermo. poi corro a sinistra. C'e' un sentiero che va in un bosco. Pazzesco, non sapevo neanche che esistesse. Lo guardo, sembra il mio inconscio, ci devo entrare? Entriamoci. Uso l'accendino per farmi luce, il sentiero va in fondo, cammino. Foglie, odore di umido. Poi davanti a me , in basso, c'e' qualcosa di bianco. una specie di nebbia bianca in basso. E' un fiume bianco. Qui e' tutto silenzio e mi siedo sul bordo del fosso. Alberi intorno e foglie. Per un quarto d'ora sono stato in silenzio a sentire i grilli. Dietro di me c'e' casa mia....casa mia non so ancora cosa vuol dire. La mia vita non so cosa vuol dire. Non sapevo nemmeno che dietro casa mia, dietro le villette eleganti c'era questo bosco. Guardo i tronchi enormi con
l'edera e penso che vorrei arrampicarmi. Non glielo devo dire.
Penserebbe che son pazzo.
Kurtz....
Ma no, che ti capisce.
Dai, come sei messo.
Silenzio, ancora. Ancora silenzio nella mia vita. Io sono qua
e vita mi stringe nella terra umida. dove torno. torno a te.
addormentarmi qua.
adesso corro su per la collina e salgo sulle rocce che qualcuno ha messo
per chissa' quale motivo. In piedi. Metto le mani sui fianchi. Sono il
dominatore del cimitero, lo stronzo che non ha paura della morte. Gia' un
po' di volte la morte mi si e' fatta vicina. Stasera sto solo guardando.
Striscie pedonali ed ecco il cancello di casa mia. ciao raga.
Salgo le scale con l'eco che rimbomba nel silenzio della tromba condominiale.
venerdì 6 maggio 2005
asimo il robot che fa tutto tranne le seghe
riconosce due belle gnocche giapponesi e le saluta. fa impressione.
poi in altri filmati c'e' il robot che corre e riconosce i suoni; tutto cio' cosa significa? che andiamo verso una societa' dove i roboto prenderanno il potere? nooooooo cari amici nooooooooooooo vuol dire solo che se spende na svanga de soldi pe' ste robe. punto ciao a tutti.
martedì 26 aprile 2005
un pazzo e il suo software
saluti
venerdì 22 aprile 2005
il papa ratzingher, vespa, riflessioni ospedaliere, cazzate
Abbi fede e vedrai che questa rabbia si trasforma, diceva. Ma a me viene da piangere quando lo guardo e mando tutto a fanculo quando non lo guardo piu', quando esco a prendere un po' d'aria.
Il papa spuntava dal balcone e c'era gia' chi si toccava le palle. Mi sta simpatico pero'...
Io Sssolo Umile Laforatore ti Figna del Zignore.....
La sera dopo da vespa c'era una tipa che assomigliava pure a Veronique da vecchia, e prima ha letto delle poesiole dolci, poi vespa le ha messo sotto il naso un brano dal libro di ratzingher dove fustigava gli omosessuali , per leggerlo ad alta voce, e lei ha detto "eeeh io insomma...intanto non l'avevo letto prima della diretta..e poi ci sono rimasta un po' male, vebe', " poi l'ha letto e alla fine aveva la voce rotta.
Vespa e' sempre il solito trapanatore, non c'e' che dire.
Prima, mentre cambiavano il suo vicino di letto, non sapevo che cazzo fare e sono andato nella sala televisioni, ho guardato i libri a caso nella libreria, c'era Liala, c'erano romanzi religiosi, c'erano gialli rilegati con la carta da pacco, poi c'era Un Uomo di Oriana Fallaci, che all'inizio descrive per benio le torture che hanno fatto i colonnelli greci al suo tipo, beh ho letto, e dopo come al solito rabbia, queste cose mi fanno venire voglia di prendere a pugni chiunque abbia una divisa verde con i galloni e mi sia vicino piu' di 5 metri.
Ne ho pieni i coglioni dell'automobile, o autovettura, delle persone troppo formali, che mi danno del lei, di certi brianzoli, della gente innaturale che parla come un libro stampato con la merda, che parla come il loro professore di ingegneria quando spiegava il giunto cardanico, delle persone false, insomma.
L'altra notte ho sognato che mi arrampicavo sulle mura di un castello di notte e dovevo appendere l'arazzo del Papa con solo un chiodo mentre ero in equilibrio su un bordino che sporgeva dal muro.
lunedì 18 aprile 2005
martedì 12 aprile 2005
lunedì 11 aprile 2005
ricevo da Nino una foto
giovedì 7 aprile 2005
to change the title of the blogg
mercoledì 6 aprile 2005
X - "Los Angeles"
saluti
giovedì 31 marzo 2005
reflections on sun beam from the sky
On the backgorund, X album "Los Angeles"
porko Diaz
A volte mi chiedo se sono solo triste, solo un pazzo, solo sbronzo.
La' fuori e' primavera e io ho i triangoli ne cervello.
Milioni di triangoli di opzioni. Di bit 1010011101010101001.
L'altra notte ho stortato un cartello che diceva divieto di sosta ambo i lati, l'ho girato dall'altra parte. Al mattino non mi sembrava di essere stato io.
Ho paura a volte di pigliare come facevo spesso alcune notti e andarmene affanculo da qualche parte, quando succedeva qualcosa di strano nella mia testa. O non tanto strano...
Ho voglia di ridere ma la risata si strozza in gola quando deve uscire.
E allora dico cazzo stai zitto e' meglio, aspetta, aspetta ad esempio il momento giusto quando, tra 1 settimana, puliro' il balcone per benino, chiamero' la vicina stronza, la faro' arrampicare sul parapetto in bilico, come ha fatto l'altro giorno, le diro' "ha visto com'e' pulito? le piace? ha dei suggerimenti sull'arredamento?", poi prendero' uno zoccolo di legno massello e da 5 m. la centrero' in fronte, facendola rovinare nei cespugli di bosso (o ginepro).
Spaccare tutto.
martedì 22 marzo 2005
vieni a prendere me
di freni arrabbiati lividi di macchina d'asfalto,
la tamerlata aspettava luci di lucide cariche d'assalto,
la frescobalda tutta ricoperta d'amor cortese, sfidava il fianco della luna bianca
vieni a prendere me che sono coperto di luci bianche,
il capitano spostava le mani stanche
sull'unico libro che gli restava
e poi scendeva la notte.
vieni a prendere me dal palco
su cui si sparlava a stravento delle sparse luci spente
du sparuti gruppi di cammelle d'argento,
io possi e volli fare tanto,
ma la mia volonta' non pote' fare molto,
non POSSE sfidare il mio cuore affranto,
dolente di preoccupazioni bollenti,
e dormiente di sentimenti leggeri,
Antonio Castaldo sperava e sorseggiava in quanto,
essa e' e sempre
sara' speranzosa di quanto, quanto quello e spero,
gli asparagi d'oro non si seccano al sole,
devi spargerli di sale sul cuore,
e allora vedi,
gli asfalti d'oro.
martedì 8 marzo 2005
Teen
Baciotti, Coniglina'83
lunedì 7 marzo 2005
Melissa P.
Noto che Helder ha qualcosa di arrapato: posso notarlo da molte cose: il dito anulare, il suo sesso, la sigaretta, ma soprattutto la sua carrucola.
All'improvviso sento 9 piedi accarezzare il mio seno e mi accorgo che Piersalvatore si e' unito a noi. "Cazzarola, che bel culo. Posso mordere?" Mi urlano. "Fallo e basta" Ho detto io.
Urli, sospiri, urli, e godimento.
Sono le 2 di mattina.