vieni a prendere me che sento lo schianto
di freni arrabbiati lividi di macchina d'asfalto,
la tamerlata aspettava luci di lucide cariche d'assalto,
la frescobalda tutta ricoperta d'amor cortese, sfidava il fianco della luna bianca
vieni a prendere me che sono coperto di luci bianche,
il capitano spostava le mani stanche
sull'unico libro che gli restava
e poi scendeva la notte.
vieni a prendere me dal palco
su cui si sparlava a stravento delle sparse luci spente
du sparuti gruppi di cammelle d'argento,
io possi e volli fare tanto,
ma la mia volonta' non pote' fare molto,
non POSSE sfidare il mio cuore affranto,
dolente di preoccupazioni bollenti,
e dormiente di sentimenti leggeri,
Antonio Castaldo sperava e sorseggiava in quanto,
essa e' e sempre
sara' speranzosa di quanto, quanto quello e spero,
gli asparagi d'oro non si seccano al sole,
devi spargerli di sale sul cuore,
e allora vedi,
gli asfalti d'oro.
martedì 22 marzo 2005
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